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DANZE TIPICHE
Odissi - Odissi (talvolta indicato come Orissi), stile di danza classica
indiana, generalmente femminile e solistico, originario delle regioni che
oggi costituiscono lo stato di Orissa. Come per il Bharata Natyam,
l'origine è devozionale: per secoli fu danzato dalle sacerdotesse
(`maharis') nei templi di Orissa. Strettamente connesso col culto
shivaita e con le varianti locali dell'induismo, in particolare col culto del
dio Jagannath, questo stile di danza decadde progressivamente, fino a
un'interruzione all'inizio del nostro secolo. Lo stile è stato letteralmente
ricreato, dopo l'indipendenza dell'India, grazie a un lungo e puntiglioso
lavoro di quattro guru (maestri) e alcune danzatrici, in particolare S.
Panigrahi, che raccolsero le poche memorie dirette e studiarono gli
antichi trattati, ma recuperarono soprattutto le pose raffigurate nelle
numerosissime sculture dei templi di Orissa.Rispetto al Bharata
Natyam (col quale condivide la partizione in `nritta' e `nritya', e dunque
l'articolazione degli spettacoli in brani devozionali, di danza pura e brani
narrativi, oltre al ricco vocabolario di gesti e passi) l'O. è più sensuale,
tende cioè ad avere forme più tondeggianti nelle posture (fondamentale
il sinuoso `tribhangi', in cui il corpo della danzatrice disegna tre curve,
una con l'anca, la seconda col torso in direzione opposta, la terza col
capo) e più gesti a carattere circolare, rotazioni e torsioni, e ad
addolcire i cambiamenti di postura. Inoltre, solo nell'Odissi la danzatrice
ogni tanto s'arresta e mantiene una posa statuaria. Il culto vishnuita ha
influenzato più profondamente la danza narrativa Odissi,
profondamente intrisa di un raffinato erotismo e di un peculiare
misticismo. I testi delle rappresentazioni sono tratti prevalentemente
dal Gita Govinda , il poema di Jayadeva dedicato agli amori di Radha e
Krishna. La musica che accompagna l'Odissi è un sistema originale, in
cui si fondono la tradizione carnatica del sud e quella indostana del
nord.
Kuchipudi - Lo stile di danza chiamato Kuchipudi prende il nome dal
villaggio di Kuchelapuram, nell'Andra Pradesh, dove ha avuto origine e
si è sviluppato quale movimento devozionale (Bhakti) a partire circa dal
VII sec d.C. A differenza della danza Bharata Natyam, il Kuchipudi ha
conservato a lungo un carattere fortemente regionale, rimanendo
confinato al contesto socio-culturale locale. Come la maggior parte
delle forme classiche di danza indiana, la genesi del Kuchipudi è
intimamente connessa ad un sostrato di credenze e pratiche religiose:
per un lungo periodo, infatti, il Kuchipudi venne praticato
esclusivamente nei templi, e solo in occasione di determinate
ricorrenze annuali celebrate nell'area dell’Andra Pradesh. Secondo la
tradizione, la danza del Kuchipudi era consentita solo agli uomini
appartenenti alla comunità braminica, che, riuniti in troupes itineranti
(conosciute dall’inizio del XVI sec. Col nome di Bhagavathalu di
Kuchipudi), viaggiavano di villaggio in villaggio rappresentando le loro
danze, ispirate a soggetti morali o religiosi. Le rappresentazioni si
svolgevano usualmente all’aria aperta, su palchi improvvisati. Il
repertorio presentato da questi ensembles maschili, da cui le donne
erano dunque rigorosamente escluse, consisteva in offerte alle divinità
costituite da rappresentazioni drammatiche danzate, conosciute col
nome di Ata Bhagavatham e inclusive della caratterizzazione dei
personaggi e della recitazione di testi, solitamente in lingua Telegu. La
narrazione del folclore religioso locale era inoltre fortemente arricchita
di elementi drammatici, espressi attraverso il canto e le movenze
sinuose del corpo.
Dal punto di vista coreutico, il Kuchipudi è caratterizzato da un'intricata
elaborazione dei movimenti dei piedi e dall’uso dello sguardo per
rappresentare diversi stati d’animo e affetti. La musica che
l'accompagna è basata sul sistema musicale carnatico (cioè dell'India
del sud), e costituita da canto accompagnato da un gruppo strumentale
solitamente composto da vina (strumento appartenente alla famiglia dei
liuti), violino, cimbali, mridangam (tamburo bipelle), e flauto o clarinetto.
Sebbene lo stile di danza Kuchipudi si sia mantenuto nel tempo
abbastanza vicino alla sua forma tradizionale originaria - grazie
soprattutto all’orizzonte locale della sua diffusione - dagli anni ’40 del
secolo scorso esso ha iniziato una nuova fase di sviluppo: la sua
pratica si è aperta alle donne, divenendo inoltre essenzialmente
solistica, a differenza della sua forma antica di teatro-danza, fortemente
legato ad elementi non solo coreutici, ma esplicitamente drammatici.